
Parabeni Nei Cosmetici: Fanno Davvero Male?
INCI e ingredienti 05 marzo 2025
Cosa dice la scienza
I parabeni (esteri dell’acido p-idrossibenzoico) sono conservanti usati da decenni in cosmetici, farmaci e alimenti per prevenire la crescita di batteri e muffe. Agiscono a basse concentrazioni, con buona tollerabilità e un profilo di allergia generalmente basso. La loro cattiva reputazione nasce da un’interpretazione scorretta di uno studio del 2004 (vedi sotto). Alle concentrazioni consentite, il loro uso nei cosmetici è considerato sicuro dagli enti regolatori.
- Lo studio Darbre 2004 ha rilevato tracce di parabeni in 20 tumori mammari, ma senza gruppo di controllo e senza dimostrare un rapporto causa-effetto (presenza ≠ causa). È un lavoro osservazionale con forte limite metodologico, spesso citato in modo improprio.
- La debole attività estrogenica dei parabeni risulta molto inferiore a quella degli estrogeni endogeni ed è stata classificata come debole in diversi test; il dato, da solo, non implica rischio clinico ai livelli d’uso cosmetici.
Cosa dice la normativa
Unione Europea
- Il Regolamento cosmetici (CE) 1223/2009 regola i conservanti nell’Allegato V.
- Methylparaben ed ethylparaben: fino allo 0,4% ciascuno; fino allo 0,8% la somma degli esteri quando presenti insieme.
- Propylparaben e butylparaben: fino allo 0,14% (da soli o in miscela); vietati nei leave-on zona pannolino per bambini < 3 anni.
- Pareri SCCS aggiornati (es. methylparaben 2023): sicuro fino a 0,4% come conservante.
Stati Uniti (FDA)
- La FDA afferma che, ai livelli d’uso cosmetici, i parabeni non hanno mostrato effetti nocivi; l’Agenzia continua il monitoraggio delle evidenze.
l’UE adotta un approccio più precauzionale, gli USA più reattivo; in ogni caso, si valuta la sicurezza d’uso alle dosi reali e nel contesto cosmetico.
“Senza parabeni”: perché il bollino può fuorviare
L’indicazione “SENZA PARABENI” gioca spesso sulla paura: non significa che il prodotto sia più sicuro in assoluto. Alcuni parabeni (es. methyl-, propyl-) sono tra i conservanti più studiati e, alle dosi consentite, sicuri. Alcuni esteri sono vietati o limitati, altri permessi con limiti precisi. Valuta sempre il prodotto nel suo insieme.
Alternative ai parabeni: cosa tenere a mente
- Phenoxyethanol (fino a 1% in UE): molto usato come alternativa.
- Chelanti (es. EDTA, sodio gluconato) e pH acido (acido citrico, ecc.) supportano la conservazione, ma non la sostituiscono da soli; serve un sistema ben progettato.
- “Naturale” ≠ automaticamente più sicuro: oli essenziali/acidi organici possono aumentare irritazione/allergenicità a parità di dose.
- Anche il packaging aiuta: tubi/pompe riducono la contaminazione rispetto ai vasetti. Prodotti solidi (poca/acqua assente) richiedono spesso meno conservanti.
Come leggere l’etichetta (e usare le app senza farsi fuorviare)
Le app di scansione INCI possono aiutare a riconoscere gli ingredienti, non a valutare la sicurezza: spesso non considerano dose, contesto d’uso e interazioni e si basano su database non sempre aggiornati. Prendile come punto di partenza e verifica su fonti ufficiali (SCCS, ECHA, FDA, CosIng/COSMILE).
Ai livelli d’uso previsti dalla normativa, i parabeni sono strumenti utili a mantenere sicuri i cosmetici. Non servono bollini della paura: servono informazioni affidabili, lettura critica delle etichette e fiducia nel sistema regolatorio che stabilisce limiti e controlli. La scelta resta tua—l’importante è che sia informata.
Domande frequenti
- I parabeni sono cancerogeni?
No: lo studio del 2004 ha solo misurato parabeni in campioni tumorali senza dimostrare che li causino. Le valutazioni regolatorie UE/FDA non indicano rischio ai livelli d’uso cosmetici. - Perché allora alcuni parabeni sono vietati?
Per prudenza regolatoria o per scarsità di dati: l’UE vieta o limita alcuni esteri e consente altri con limiti chiari (vedi Allegato V). - Meglio evitarli “per principio”?
Non serve demonizzare: i parabeni proteggono il prodotto dal rischio microbiologico. Se preferisci alternative, va bene; sappi però che alcuni sistemi “senza” usano conservanti più irritanti o meno efficaci e richiedono formulazioni più complesse. (Valuta tolleranza personale e qualità formulativa.)
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